Sterilizziamo i nostri piccoli amici…

Cos’è la sterilizzazione?

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È un intervento chirurgico che comporta l’asportazione dei testicoli nel maschio e delle ovaie (talora anche l’utero ) nella femmina. Tanti sono i motivi e inducono noi veterinari a consigliare di sterilizzare i nostri amici a quattro zampe. A l primo punto c’è indubbiamente la salvaguardia della loro salute: la sterilizzazione, soprattutto se eseguita prima del primo calore, riduce quasi a zero la possibilità che le femmine in età adulta sviluppino tumori mammari, annulla il rischio di neoplasie ovariche uterine e l’insorgenza di piometra (infezioni uterine che, se non diagnosticate precocemente possono portare a morte l’animale ).

I gatti maschi interi sono condannati a una vita breve e certamente non serena. Se hanno accesso al mondo esterno possono allontanarsi alla ricerca di femmine e questo li espone maggiormente ad investimenti, a contrarre malattie mortali come l’ immunodeficienza felina o la leucemia felina (fiv-felv); le gatte miagolano per settimane, anche di notte. Le cagne diventano irrequiete, nervose, non possono essere portate liberamente al parco perché potrebbero essere assalite da numerosi maschi e, finito il calore, i problemi potrebbero proseguire con stressanti gravidanze isteriche.

C’è anche un aspetto morale nel decidere di non far riprodurre i nostri animali: basta visitare rifugi e canili per rendersi conto che ci sono già troppi cani e gatti in cerca di una famiglia che li ospiti, sarebbe davvero egoistico far nascere altri animali che, ammesso trovino una buona casa, condannerebbero quelli dei rifugi a trascorrere il resto della loro vita in gabbia.

L’intervento non presenta rischi, se non quelli legati all’anestesia(minimi) e il periodo post operatorio è breve. Non è vero che sia necessario far fare almeno una cucciolata alla propria cagna o gatta prima di sterilizzarla: non c’è alcun fondamento scientifico che lo dimostri. Le femmine sterilizzate e i maschi castrati non cambiano carattere, anzi, i maschi divengono meno girovaghi, più ubbidienti, meno aggressivi, non lottano più e non spruzzano per marcare il territorio.

Proteggi il tuo cane dalla filariosi

La filariosi è una malattia parassitaria che colpisce i cani e talora i gatti. È causata da un parassita chiamato Dirofilaria immitis. È trasmessa da un cane malato a un cane sano tramite la puntura di una zanzara che inocula le microfilarie presenti nel circolo sanguigno. Questa forma larvale (microfilaria) può rimanere nel sangue per molto tempo, anche a fine a due anni, e costituisce il mezzo di contagio tra gli animali. La forma adulta del parassita, che arriva a essere lunga fino a 30 cm, si localizza nella maggior parte dei casi nell’atrio e nel ventricolo destro del cuore, nell’arteria polmonaria e nelle sue diramazioni. La malattia inizialmente non manifesta sintomi evidenti, dato che i danni causati dai parassiti all’interno del cuore sono graduali e progrediscono nel tempo.

Successivamente possono comparire:

  • difficoltà respiratoria,
  • mancanza di appetito,
  • dimagrimento,
  • insufficienza cardiaca,
  • edema polmonare,
  • fino al collasso cardiocircolatorio.

Attraverso un semplice prelievo di sangue, il vostro veterinario è in grado di scoprire se il vostro animale ha o meno contratto la malattia. È importante tenere presente che affinché l’esame sia significativo devono passare almeno sei mesi dalla puntura di una zanzara infestata. Questo è il motivo per cui il test ematico si esegue in primavera, generalmente tra marzo e aprile, prima di iniziare la stagione della prevenzione.

La filariosi non è una malattia inguaribile, ma per debellarla è necessaria una terapia costosa e pericolosa per la vita del vostro animale. Inoltre, i danni provocati dal parassita sono irreversibili. Le regioni più a rischio filaria sono quelle del centro nord, soprattutto quelle pianeggianti.

Rivolgetevi al vostro veterinario per consigli e indicazioni.

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L’arrivo di un gatto

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Procurarsi un gatto non è difficile e non costa nulla se si sceglie un simpatico vagabondo o un cucciolo di razza “nostrana”.

Molto meno impegnativo di un cane, sta volentieri tra le sue quattro mura e il moto di cui ha bisogno se lo organizza spontaneamente, magari saltando da un divano all’altro . Ogni gatto possiede quell’eleganza e fierezza proprie delle specie, gli aristocratici persiani, siamesi, birmani sembra che sappiano di essere blasonati ma se ciò può aiutarvi a guardare con maggior rispetto il vostro gattino bianco e nero, tenete presente che, mentre nel cane esiste il meticcio (il “bastardino”), nel gatto non è così: il gatto comune fa razza a sé e si chiama “gatto europeo”.

Vediamo ora cosa comporta la presenza di un piccolo felino in casa. Va vaccinato per la profilassi della rinotracheite, della panleucopenia e delle infezioni da calici virus: a due mesi la prima dose, dopo 20 giorni il richiamo, che andrà ripetuto ogni anno. Si consiglia vivamente anche la vaccinazione per la leucemia felina, malattia endemica nelle colonie feline.

Per il gatto che vive in casa il gioco è l’unica occasione di movimento e va assolutamente assecondato: palline di carta, tappi di sughero, gomitoli sono la sua passione; un oggetto che penzola attaccato ad un elastico può tenerlo occupato per ore. Un suggerimento è quello di mettere a disposizione del vostro micio qualcosa su cui limarsi le unghie, lasciando così in pace divani e tappezzerie: un tronchetto, un’assicella di legno, un pezzo di moquette, anche se è possibile che lui si ostini a preferire un vecchio zerbino, un cesto di vimini, una scatola di cartone.

Per dormire sarà lui stesso a scegliere il posto ideale (tendenzialmente il vostro letto) snobbando cucce e cuscini ingenuamente predisposti dal “proprietario”. Per i suoi bisogni sarà sufficiente una cassettina con la speciale sabbietta deodorante (lettiera) che ha il vantaggio di eliminare gli odori se cambiata frequentemente.

Ricordate che il micio non ama la lettiera poco pulita: è opportuno rimuovere subito le feci e la parte di sabbia bagnata sostituendola con uno strato asciutto, cambiando completamente il contenuto ogni 2-3 giorni. Il gatto non va lavato: ci pensa da solo a tenersi pulito, trascorrendo intere ore a leccarsi con impegno. Bisogna però spazzolarlo spesso, soprattutto se è un soggetto a pelo lungo: infatti nella sua toeletta quotidiana potrebbe ingerire troppo pelo asportato con la sua lingua ruvida con il pericolo di problemi intestinali.

Un ultimo suggerimento: quando portate il gatto in un ambiente a lui nuovo, tenetelo in casa per qualche giorno prima di lasciarlo libero di uscire, eviterete che fugga e si perda.  

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